Project Description
STRACCHINO E MARMELLATA
Dopo qualche tempo dalla morte di mio padre, affetto da Alzheimer, ho sentito l’urgenza di raccontare mia madre. Lei, la sua casa, le case che abbiamo abitato, la terra che abbiamo calpestato, i ricordi che si sono accumulati nei vecchi super 8, nelle foto scattate da mio padre, nelle immagini stampate nella mia testa. Da sempre lei è il mio posto, il mio luogo interiore, ma anche la mia frustrazione, il mio irraggiungibile ideale, la mia musa crudele.
Una donna dall’aspetto delicato ma dotata di una forza non prevedibile, capace come un filo d’erba di bucare il ghiaccio nel quale è cresciuta e di sconfiggere a caro prezzo i fantasmi dell’infanzia. Un prezzo che ho pagato anche io, perché il dolore è un’eredità che si tramanda e che nemmeno il tempo riesce ad esorcizzare completamente.
Stava mangiando dei crostini di pane con dello stracchino e la marmellata la sera in cui mi chiese se avessi voluto farle una foto per la tomba. Voleva che le scattassi una bella immagine, con i capelli in ordine e un aspetto elegante come tutti erano abituati a vederla in vita. La foto l’ho fatta, lei vive ancora e da allora è iniziato il racconto.